Nazionale

L'Uisp ricorda Gianmario Missaglia

Sono passati otto anni da quel primo maggio 2002 che si è portato via Gianmario Missaglia, il presidente nazionale Uisp dello “sport per tutti” che ha segnato gli anni ’90, non solo nella nostra associazione. Missaglia era molte cose: un dirigente sportivo e associativo, un maestro, un inventore, un grafico, uno scrittore, un giornalista e tante altro ancora. Sempre in movimento, sempre pronto a passare ‘dal dire al fare’. Abbiamo deciso di ricordarlo in maniera insolita, cercando di esplorarne un lato poco noto, quello artistico. Gianmario ha sempre disegnato e dipinto durante la sua vita e nell’ultimo congresso nazionale di Milano abbiamo allestito una mostra con le sue opere, curata da Sara Rossin Missaglia, sua moglie. Con lei abbiamo ripercorso la storia di alcuni disegni, opere grafiche e dipinti di Gianmario che, seppur velocemente, Sara racconta.

“Nel 1967 frequentavamo l’Università cattolica di Milano dove incomincia il movimento studentesco. Gianmario partecipa alla realizzazione di un libricino per le matricole con avvertenze sulla vita universitaria, spiegandole attraverso vignette. Non manca la figura del rettore per  raccontare la risposta dell’ateneo alle rivolte studentesche di quegli anni. Questo manifesto è comparso anche in un libro per le scuole elementari.‘Vietato calpestare le idee’: sarebbe molto attuale anche adesso!” (per vederlo clicca qui)

“Gianmario veniva da una famiglia cattolica, sebbene il papà fosse iscritto alla Cgil, e lavorava in quegli anni al giornale dei metalmeccanici della Cisl ‘Il ragguaglio metallurgico’. Nel ‘69 il cosiddetto ‘Autunno caldo’ comincia con la prima manifestazione sindacale unitaria per la quale chiedono a Gianmario il disegno di un manifesto. Eccolo (per vederlo clicca qui). Il disegno, esplicativo di quello che poteva essere una manifestazione unitaria, è stato realizzato con il tiralinee, lo stesso strumento utilizzato allora dai geometri per disegnare i progetti. L’operaio azzurro assieme all’operaio rosso vanno a riunirsi in un punto. Il disegno era troppo grande per farne un manifesto con le parole, allora uno degli omini viene eliminato e il manifesto esce così”. (per vederlo clicca qui)

“Nei primi anni ’70 Gianmario assieme al suo amico Gianni Del Rio, soprannominato Speedy, decide di fare delle vignette sui problemi sociali e di attualità di allora, tipo l’emigrazione meridionale. Chi arrivava con la valigia di cartone in mano, con tante speranze e trovava poca accoglienza…dovremmo ricordarcene anche oggi. Queste vignette raccontano storie tristi in modo ironico”. (per vederle clicca qui)

“In quegli anni alcuni articoli comparsi su l’Unità e su Il Metallurgico a proposito dei movimenti studenteschi dell’Università cattolica pubblicarono le vignette di Gianmario”. (per vederle clicca qui)

“Questo è un personaggio creato da Gianmario: ‘Il mio nome è Tiresia - dice - e sono uno specchio a forma d’uovo. Mi passate davanti e mi guardate, io vi guardo e imparo tutte le vostre storie. In questo uovo ci siete tutti…Fatemi uscire!’ Le battute sono fulminanti e il personaggio che ha aggiunto è il piu ingenuo di tutti, Jean Jacque ingenuo e poeta: ‘Splendida notte che fai tu luna in ciel dimmi che fai silenziosa luna? Marèèèèè!’ ” (per vederle clicca qui)

“Questi sono manifesti del 1973. Io e Gianmario collaboravamo con ‘Il Ponte’, una cooperativa editrice, e partecipavamo ad uno stand alla Festa dell’Unità che non vendeva molto. Per incassare qualcosa ci venne l’idea di fare dei manifesti con dei disegni di Gianmario, ne facemmo una decina. Poi bisognava risolvere un altro problema: non stampare un numero di copie superiore a quello che eravamo certi di vendere. Mettemmo a punto una sorta di tecnica litografica per cui stampavamo da soli, io e lui, le copie che ci servivano. Per evitare di spendere un sacco di soldi ci facevamo le lastre da soli con fogli di carta plastificata trasparente piuttosto spessa. Questo quadro per la libertà del popolo spagnolo è fatto così, pezzettino per pezzettino (per vederlo clicca qui). Avevamo così la nostra lastra quasi gratis, anche se occorreva un sacco di tempo e di pazienza”

“Questo è un disegno a cui sono molto affezionata perche ha una storia particolare. Siamo negli anni ‘70 e Gianmario faceva il maestro elementare. Però il pomeriggio non poteva mica stare senza far niente, quindi aveva un incarico con l’Ospedale di Mombello a Milano dove vivevano anche bambini e ragazzi con problemi psichici. Faceva il maestro dei ragazzini due o tre volte la settimana ma quando tornava la sera non era serenissimo. Questo disegno rappresenta uno di quei bambini che fanno fatica a muoversi: “Però, vedi Sara – mi diceva – la farfalla la vedono anche loro e ci giocano anche” (per vederlo clicca qui).

“Ultimo periodo. Questa tavola è stata firmata con lo pseudonimo di Swartz perche lo stile era cambiato e quindi bisognava cambiare anche la firma. Rappresenta le varie commistioni della realtà radunate. In loro si individua però il ricordo di Tiresia che è un personaggio a cui abbiamo voluto molto molto bene. Pensate che quando ci siamo sposati e abbiamo messo su casa ci siamo fatti fare apposta su misura uno specchio a forma di Tiresia. In questi disegni Tiresia compare per intero o compare in parte da dietro. Queste immagini sono state utilizzate dall’Uisp per alcuni libretti e anche per la tessera associativa del 2003. In un paio Gianmario ha fatto l’esperimento di usare i colori all’interno dei contorni a matita”. (per vederlo clicca qui).

“Questo è un quadro con una figura sola. L’ambiente è pesante, difficile e incasinato. Quando lo guardo penso a Gianmario e a quanto diceva Leonardo da Vinci, ovvero che quando uno dipinge le persone fa sempre un pò il ritratto a se stesso. Un titolo questo quadro non ce l’ha. Per me il titolo è: ognuno è solo. E penso che lo riflette: Gianmario appariva estroverso e sempre circondato da persone, ma in realtà...” (per vederlo clicca qui).

“Gianmario era un maestro e sapeva che ai bambini bisogna parlare col linguaggio dei bambini, ma anche con qualcosa in più che li aiutasse a crescere. Questo quadro lo dipinse per nostro figlio Mauro che all’epoca aveva circa tre anni. Sopra è incisa una filastrocca che in realtà era un esercizio di topologia: ‘sotto l’albero c’è la terra, sopra l’albero la luna, la terra sotto la luna, il cielo sopra l’albero”. (per vederlo clicca qui).

“Questo disegno sottolinea l’amore di Gianmario per l’ambiente. Questa pianta è una specie di natura addomesticata: ha le stesse forme grafiche che Gianmario utilizzerà in vari modi. Poi ha un cartellino nero su una foglia. Vorrà dire che la natura non ha prezzo? Per me è un disegno triste”. (per vederlo clicca qui).

(Hanno collaborato: Francesca Spanò, Federica Loreti, Ivano Maiorella)